Può essere recitata solo da un Sacerdote (Originale in Latino)
Exorcizo vos, numismata, per Deum + Patrem omnipotentem, qui fecit calum et terram, mare et omnia, qua in eis sunt. Omnis virtus adversarii, omnis exercitus diaboli, et omnis incursus, omne phantasma satana, eradicare et effugare, ab his numismatibus: ut fiant omnibus qui eis usuri sunt, salus mentis et corporis: in nomine Pa + tris omnipotentis, et Jesu + Christi Filii ejus, Domini nostri, et Spiritus + Sancti Paracliti, et in caritate ejusdem Domini nostri Jesu Christi, qui venturus est judicare vivos et mortuos, et sǽculum per ignem. R. Amen.
V. Domine, exaudi orationem meam. R. Et clamor meus ad te veniat. V. Dominus vobiscum. R. Et cum spiritu tuo.
Oremus.
Oratio Deus omnipotens, bonorum omnium largitor, supplices te rogamus, ut per interessionem sancti Benedicti his sacris numismatibus tuam bene + dictionem infundas, ut omnes qui ea gestaverint ac bonis operibus intenti fuerint, sanitatem mentis et corporis, et gratiam sanctificationis atque indulgentias (nobis) concessas consequi mereantur, omesque diaboli insidias et fraudes, per auxilium misericordia tua, studeant devitare et in conspectu tuo sancti et immaculati valeant apparere. Per Christum Dominum nostrum. R. Amen.
La Preghiera a San Michele Arcangelo: Un Baluardo contro il Male
Introduzione:
La preghiera a San Michele Arcangelo risuona come una delle più antiche e potenti della tradizione cristiana cattolica. Essa rappresenta un baluardo contro le insidie del maligno, un’invocazione a protezione della Chiesa e delle anime dei fedeli. Scopriamo le sue origini, il suo valore e il suo significato profondo.
Nascita da una visione:
L’origine della preghiera si intreccia con la figura di Papa Leone XIII. Nel 1884, il pontefice ebbe una visione terrificante: un’aspra battaglia tra il bene e il male, con il diavolo che sfidava Dio a distruggere la sua Chiesa. Impressionato, Leone XIII compose una lunga preghiera di esorcismo, affidandosi all’intercessione di San Michele, il principe delle milizie celesti. Secondo la Bibbia e la tradizione, egli aveva già sconfitto Lucifero e i suoi angeli ribelli.
Un’arma nella lotta contro il male:
Inserita nel Rituale Romano e raccomandata al termine di ogni messa, la preghiera di Leone XIII divenne un’arma contro le forze del male. Il papa la incluse anche negli esorcismi, riconoscendone l’efficacia nel liberare persone e luoghi dalle influenze demoniache.
Dalla versione lunga a quella che conosciamo:
La preghiera originale era molto più articolata rispetto a quella che recitiamo oggi. Invocazioni e suppliche a Dio, Gesù, Maria e agli angeli si univano alla richiesta di protezione da San Michele contro il “dragone infernale”, il “serpente antico”, nemico della Chiesa e delle anime. La conclusione era una consacrazione a San Michele, affinché difendesse e guidasse verso la vittoria finale.
Nel 1886, il papa pubblicò una versione abbreviata:
Questa versione, che è quella che recitiamo comunemente, si concentra sull’invocazione a San Michele. Lo imploriamo di difenderci nella battaglia, di essere il nostro sostegno contro la malvagità del diavolo e di respingerlo nell’inferno con il potere divino. La preghiera si conclude con una richiesta di intercedere per noi presso il Signore, “re dei cieli e della terra”.
Dalla soppressione alla riscoperta:
Dopo il Concilio Vaticano II, nel 1964, la preghiera a San Michele Arcangelo fu soppressa insieme alle altre Preci Leonine, per lasciare spazio a nuove forme di preghiera e meditazione. Tuttavia, la sua forza non si è spenta. Molti fedeli continuarono a recitarla privatamente o in gruppo, mantenendo vivo il legame con l’arcangelo e la sua missione.
Un potere esorcistico:
La preghiera a San Michele Arcangelo riveste un grande valore esorcistico, di liberazione dal male e dalle sue opere. Si basa sulla fede in Dio, che supera ogni potenza infernale, e sulla devozione verso San Michele, capo e modello degli angeli, messaggeri e ministri di Dio.
Contro le tentazioni e per la santità:
La preghiera ci aiuta a riconoscere e respingere le tentazioni del diavolo, che ci allontana da Dio e ci spinge verso il peccato. Ci fa prendere coscienza della nostra fragilità e ci spinge a chiedere l’aiuto di San Michele, nostro difensore e protettore.
Comunione con la Chiesa e la famiglia celeste:
Recitandola, entriamo in comunione con la Chiesa e con tutti i fedeli, uniti nella lotta contro il male. Ci sentiamo parte della famiglia celeste, con San Michele e gli altri angeli come fratelli e sorelle che ci accompagnano nel nostro cammino verso la salvezza.
Un invito alla crescita:
La preghiera a San Michele Arcangelo ci invita a crescere nella santità e nella carità, le armi più efficaci contro il male. Ci spinge a imitare le sue virtù: umiltà, fedeltà, forza, giustizia, misericordia e pace. Ci fa partecipi della sua missione: glorificare Dio, servire il suo regno e salvare le anime.
Conclusione:
La preghiera a San Michele Arcangelo risuona come un invito alla vigilanza, alla fiducia in Dio e alla comunione con la Chiesa. È un baluardo contro le insidie del maligno, un invito a crescere nella santità e a partecipare alla battaglia per la vittoria finale del bene sul male.
La Medaglia Miracolosa: tra fedeltà alla visione e realtà devozionale
Introduzione:
La Medaglia Miracolosa, simbolo devozionale mariano legato all’apparizione a Santa Caterina Labouré nel 1830, presenta una discrepanza tra la visione della Vergine e la sua rappresentazione sulla medaglia diffusa. Scopriamo le sfumature di questa storia e il significato profondo che racchiude.
Visione vs Rappresentazione:
Nella visione: la Madonna tiene il mondo nelle sue mani.
Sulla medaglia: le mani della Madonna sono aperte e irradiano raggi di luce.
Perché questa differenza?
Ragioni tecniche: all’epoca, riprodurre il mondo su una piccola medaglia era tecnicamente complesso.
Soluzione alternativa: Santa Caterina fece erigere una statua della Madonna con il mondo in mano, nel luogo dell’apparizione, per preservarne il significato originario.
Le interpretazioni di Padre Chevalier:
Padre Jean Chevalier, biografo di Caterina Labouré, nelle sue edizioni successive (1885-1891) modifica la descrizione dell’apparizione, creando discrepanze con il racconto originale.
Il dilemma dei raggi:
Secondo Aladel: i raggi provengono dalla Madonna e cadono sul globo ai suoi piedi (simbolo del mondo e della Francia).
Secondo l’autografo di Caterina: i raggi partono dal globo che la Madonna tiene in mano.
Interpretazione di Chevalier:
I raggi provengono dalla Madonna e illuminano il globo ai suoi piedi quando quello nelle mani scompare a causa della luce.
Simbolicamente, il globo non può essere sia punto di partenza che destinatario dei raggi.
Considerazioni critiche:
La versione di Chevalier non menziona l’apertura delle mani.
La versione di Soeur Tanguy non menziona l’apertura delle mani né il rilascio del globo.
La descrizione di Caterina suggerisce che il globo scompaia a causa della luminosità, non che le mani si aprano.
La “semplificazione” di Aladel e Caterina:
Aladel:
Ha semplificato l’immagine per renderla conforme all’iconografia classica dell’Immacolata Concezione.
Ha facilitato la coniazione della medaglia.
Caterina:
Non si sofferma sulla descrizione della medaglia, già nota, concentrandosi sulla realizzazione di una statua e di un altare nel luogo dell’apparizione.
Figura (3): La fedeltà alla visione
Presentiamo una medaglia realizzata per riprodurre fedelmente la visione di Santa Caterina Labouré, restituendo al simbolo la sua integrità originaria.
Conclusione:
La storia della Medaglia Miracolosa evidenzia il complesso rapporto tra visione mistica e rappresentazione artistica. La nuova medaglia rappresenta un tentativo di coniugare fedeltà alla visione di Caterina con la devozione diffusa, preservando il profondo significato del simbolo.
Le Origini della Medaglia di San Benedetto: Un’Immersione nella Storia e nei Simboli
Introduzione:
La Medaglia di San Benedetto rappresenta un oggetto di profonda venerazione per la Chiesa Cattolica e i suoi fedeli. Raffigurante il patrono d’Europa, questa medaglia vanta una ricca storia legata alla protezione dal male e dalle insidie del demonio. Scopriamo insieme le sue origini, i suoi simboli e i cambiamenti che ha subito nel corso dei secoli.
Le prime tracce e il manoscritto del 1415:
Le prime testimonianze legate alla Medaglia di San Benedetto emergono nel 1647 durante un processo per stregoneria in Baviera. Gli imputati menzionano un monastero benedettino, Metten, dove la presenza di una croce con simboli misteriosi aveva ostacolato un maleficio. All’interno della biblioteca del monastero viene rinvenuto un manoscritto del 1415 che fornisce delucidazioni su questi simboli.
Le medaglie originali e la loro fusione:
La medaglia di San Benedetto che conosciamo oggi differisce da quella originaria (vedi foto 2). La nostra medaglia deriva dalla fusione della medaglia originale di San Benedetto (foto 2) con la medaglia di San Bernardo (foto 1).
La medaglia di San Benedetto recava l’esorcismo “Croce Santa sei la mia luce, non sia il demonio il mio condottiero”.
La medaglia di San Bernardo, invece, presentava l’esorcismo “Vade, retro Satana. Non mi attirare alle tue vanità. Sono mali le bevande che mi offri. Bevi tu stesso i tuoi veleni”.
Al centro della medaglia originale era presente l’abbreviazione del nome di Gesù, “IHS” (foto 2), simbolo della sua presenza nella vita dei fedeli e della sua protezione dal male. Si presume che le due medaglie venissero spesso rappresentate su due facce distinte della stessa medaglia (vedi foto 3). Un esempio di questa doppia rappresentazione si trova nella medaglia presente nel monastero di Subiaco (foto 4).
Modifiche nel corso dei secoli:
Nel corso del XVIII secolo, la parola “ihs” è stata sostituita con “pax”, che significa “pace” in latino e rappresenta l’importanza della pace interiore e spirituale. Questi cambiamenti hanno portato alla medaglia moderna, che rappresenta in realtà una medaglia commemorativa, un concetto modificato rispetto alle medaglie originali.
Conclusione:
La Medaglia di San Benedetto, con la sua ricca storia e i suoi potenti simboli, rappresenta un segno tangibile di fede e protezione per i devoti. La sua evoluzione nel corso dei secoli testimonia la costante ricerca di connubio tra tradizione e significato contemporaneo.
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Giuseppe Conigliaro
2024-02-23
Conosco Relijewels da diversi anni e ho acquistato diversi ciondoli e un anello. Ultimamente ho acquistato la Croce di Gerusalemme e devo dire che la qualità, il pregio, l'eleganza sono all'altezza degli altri monili. Il rapporto qualità-prezzo è imbattibile, la cura messa nella loro realizzazione va di pari passo con la ricerca spirituale che c'è dietro alla loro produzione. Se volete fare un regalo di pregio, al giusto prezzo, dal valore simbolico autenticamente cristiano, Relijewels fa al caso vostro.
Stefania Marasco
2023-12-31
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